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Festival delle Due Sicilie 2020 vince "Celeste" di Libera Imago, miglior performance Giampaolo Sardella con "Moderno Restaurant", miglior scenografia I Frastornati di Castelbuono di Palermo con "Casa campagna"

 

"Per un'esperienza intensissima che ha toccato con un tema delicatissimo le corde più intime e profonde della coscienza dello spettatore". Con questa motivazione la compagnia Libera Imago di Napoli con lo spettacolo "Celeste" ha vinto il IV Festival delle Due Sicilie.Dopo tre anni di dominio della Sicilia ,la Campania ha fatto incetta di  premi. "Celeste" si è aggiudicata anche  il premio per la miglior regia e il miglior spettacolo. Miglior protagonista "Moderno Restaurant" di Giampaolo Sardella di Canosa di Puglia. Miglior scenografia, I Frastornati di Castelbuono, Palermo con "Casa Campagna". Una giuria di ragazzi ha votato in giugno gli spettacoli, al teatro San Bruno di Reggio Calabria. La  diretta streaming della premiazione é andata in onda sabato 6 febbraio alle 20.30 condotta da Jelena Zakevic. Hanno collaborato l'Università di Bologna, l'Atelier F della cattedra di pittura dell'Accademia di Venezia e il liceo "Leonardo da Vinci" di Reggio Calabria con il patrocinio del Sindacato Giornalisti della Calabria.

Medef 2020, miglior film del Mediterraneo "El Arte de Volver", consegnato alla Villa dei Critici del Lido di Venezia dagli artisti dell'Atelier F della cattedra di pittura dell'Accademia di Belle Arti di Venezia

Miglior film del Mediterraneo, "El Arte de Volver", Spagna, regia di Pedro Collantes,  con Macarena García, Ingrid García Jonsson, Luka Peros, Mireia Oriol, Nacho Sánchez. Quattordici anni dopo Volver di Almodovar, arriva ancora dalla Spagna un'opera sul tema del Ritorno con al centro  un personaggio femminile, Noemí, che in una serie di incontri ripercorre le stagioni della vita. Noemi è una giovane attrice che ritorna a casa dopo sei anni a New York per partecipare a un provino che potrebbe dare una svolta alla sua carriera. Ritrova il nonno, costretto a letto in una residenza per anziani, che la incoraggia a perseverare nel mondo della recitazione e le racconta i ricordi dei suoi anni migliori. Ritrova la sorella più piccola con la quale ha perso la complicità che avevano una volta. Le cose sono diverse con Carlos, un vecchio amico. Ridono di cuore durante una passeggiata in una pineta. Ognuno sentiva la mancanza dell'altro. Il premio é stato consegnato alla Villa della Cri5ica, al Lido di Venezia, il 6 settembre 2020, dagli artisti dell'Atelier F della cattedra di pittura dell'Accademia di Belle Arti di Venezia che rivendicano la riconquista del loro atelier chiuso per l'alluvione.

Medef 2020, miglior documentario del Mediterraneo alla Macedonia per "Albanian Soul" di Hajdar Hajdari, storia di un gruppo che salva le proprie tradizioni musicali albanesi e delle comunità arbereshe 

Miglior documentario del Mediterraneo, "Albanian Soul", Macedonia, regia di Hajdar Hajdari, prodotto dallo studio Akon. La storia vera di un gruppo di ragazzi che cominciano a suonare e partono dalla musica tradizionale albanese. Innovano gi generi tradizionali e sviluppano nuove sonorità dando continuità alla musica albanese. Girato con un buon montaggio e una fotografia trasparente ed efficace. La Macedonia si affaccia alla cinematografia europea, in punta di piedi, ma con grande passione, unendo tradizione e tecnologie. Un lavoro non semplice, come potrebbe sembrare, e non parla solo del successo di una band, ma soprattutto della salvaguardia delle loro tradizioni non solo musicali, ma anche sociali: musica live nei bar, ma anche partecipazione ai riti comunitari, a partire da banche matrimoniali. Il premio é stato consegnato in diretta streaming, sabato 6 febbraio alle 9,30, in una diretta condotta da Sofia Zanotti, dell'Università di Bologna. Interventi del segretario del sindacato giornalisti Andrea Musmeci, della preside del liceo scientifico "Leonardo da Vinci" e dell'ambasciatore del Kosovo a Skopje e la presenza di Lucia Martino, da Frascineto, in rappresentanza della comunità arbereshe in Italia.

 "I Cantieri dell'arte contro la violenza delle mafie", nel centro urbano, installazioni e performance nella Locride

Locri - L'Associazione culturale "Teatro del Mediterraneo" ha organizzato in collaborazione con la Web Art Community "il Faro Verde" e l'associazione "Libera", una settimana di intersezioni e performance visive "I Cantieri dell'Arte contro la violenza delle mafie" (24-29 giugno 2008) a cura di Francesco Votano. Installazioni e inserti in una città martoriata dalla violenza, realizzati da sette artisti che per una settimana hanno soggiornato in città, adoperando materiali locali e lavorando a contatto con la gente, in strada, nelle piazze, davanti le chiese. Alla cerimonia finale, durante la quale é stato aperto il cavallo di Troia simbolico e liberate le energie pulite, ha partecipato anche il direttore di Rai Parlamento, Anna La Rosa. dI Francesco Macrì

 

Un artista e la sua materia
Massimo Volponi e la sua ricerca sulle origini

Un ponte in bambù, una passerella mobile, precaria, la genesi di un passaggio. Quello che ciascun ponte rappresenta. A terra si riflettono le orme della Storia lasciate appena accennate sulla juta mischiate all'erba. Proprio come in occasione dell'omicidio di Giovanna Reggiani, uccisa a poche centinaia di metri da ponte Milvio. Volponi racconta con  questa coraggiosa installazione, come la Storia lasci comunque tracce indelebili, speso bisogna ritrovarle, riflettere sul percorso, riflettere sui passi che si fanno, giorno dopo giorno. Un'opera di straordinaria eleganza, che ricorda, senza citarla l'arte naif, che si imbeve di tutto il peso degli Eventi. La naturalezza del gesto artistico, l'incisività del segno, la leggerezza dell'opera hanno colpito i visitatori, incuriositi dall'intrinseca bellezza di questa installazione che é ricerca, che é segno, che é sangue e speranza al tempo stesso. E tornano alla memoria i Grandi del Novecento italiano, tutti in fila dietro Burri. La lezione giapponese sui materiali e quella antropologica sulla vita che si ricrea sono i punti cardine di una installazione che sconcerta con il suo faretto che illumina e denuncia. Una prova ai limiti della Storia e dei Materiali e dentro questo la Mostra ha studiato, ricercato, i dialoghi che possono avvenire ai confini tra due testi e due confini e due diversi materiali.

 Eventi e Stages

Progetti Europei : Azione Giovani 3 per salvare la cultura di un quartiere

L'Associazione culturale "Teatro del Mediterraneo" ha concluso i lavori per un'azione con i ragazzi del quartiere di Archi. Una delle periferie più maltrattate e sofferenti d'Europa. L'Azione che ha prodotto anche un cd insieme a studenti dai 15 ai 18 anni, per il recupero della Memoria della Storia, delle Tradizioni Culturali e del Suolo del quartiere che comprende la collina di Pentimele. Così sono stati ricordate le parrocchie di Santa Maria del Bosco, il saccheggio dei Corsari del 1562, la Cappella Reale di Ruggero il Normanno durante l'assedio di Reggio nel 1060, i Sette Fiumi Sacri cari ad Oreste, la mandibola preistorica del Pinguino Boreale e la necropoli dell'età del Ferro.  dI Francesco Macrì

Installazioni : "Dialoghi ai confini del ponte", torretta Valadier, Roma,

Roma - L'Associazione culturale "Teatro del Mediterraneo" ha organizzato in collaborazione con la Web Art Community "il Faro Verde", la mostra "Dialoghi ai confini del ponte"a cura di Francesco Votano. Duecento visitatori dall'11 al 17 dicembre, negli spazi della torretta Valadier, l'unica roccaforte sui ponti urbani del Tevere. Hanno partecipato associazioni della terza età, per la Pace nel mondo, galleristi e artisti. Uno studio sul Ponte che divide e unisce. Nel luogo in cui Massenzio e Costantino hanno combattuto per l'Impero e la Cristianità, nel punto in cui Paganesimo e Cattolicesimo si sono incontrati, come fanno centinaia di migliaia di persone di tutto il mondo.

dicembre 2012 : premio giornalistico internazionale "Gino Votano" per il miglior documentario del Mediterraneo, Reggio Calabria

Ministero della Pubblica Istruzione - Federazione Nazionale della Stampa

 

Visto l’interesse della Federazione nazionale della stampa (Fnsi) e dell’Ordine regionale dei giornalisti per la nostra proposta, l’associazione culturale Teatro del Mediterraneo organizza il Premio giornalistico “Gino Votano” per il miglior documentario del Mediterraneo, con il patrocinio del  Sindacato nazionale dei giornalisti e dell'Unione Nazionale Cronisti Italiani  Il premio internazionale di giornalismo “Gino Votano” è nato nel 2003 per ricordare la figura di Gino Votano, storico e saggista reggino, scomparso l’anno precedente. L’edizione del 2003 è stata vinta da Alessandro Gaeta, inviato del Tg1, con il documentario “il ponte interrogativo”, andato in onda su Rai 1, per il newsmagazine “Sciuscià”. L’edizione 2004 è stata vinta da Elisa Anzaldo, redattrice del Tg 1, con il documentario “Mattone dopo mattone”, andato in onda su Rai 1, per il newsmagazine “Speciali Tg 1”. L’edizione 2005 è andata a Enzo Romeo, caporedattore Esteri del Tg 2 con il documentario “Il mio amico Papa”, trasmesso da Rai 2. L'edizione 2006 ha premiato Tonino Pinto, inviato del Tg 1, con il documentario "Cartagena", Speciali Tg 1, Rai 1. L'edizione 2007 é andata a Daniele Valentini, vicecaporedattore Tg 1 con il documentario "La città eterna sopra e sotto", Speciali tg 1, Rai 1. L'edizione 2008 a Roberto Olla, del Tg 1, per un documentario inedito sul terremoto del 1908 nello Stretto di Messina. Nel 2009, Flavio Iservia di SkyTg24 con un reportage sul terremoto de L'Aquila. Nel 2010 un delicatissimo documentario di Sonia Cartolano, di SkyTg24 sui bambini costretti a stare in carcere con le madri condannate.  Nel 2011 una coraggiosa inchiesta di Popolani sulle donne dei Fratelli Musulmani, il partito islamico al potere in tutto il mondo musulmano dopo la primavera araba.

 Musica e Ricerca
I Cuntruvadori del Duecento rivivono in questo progetto su Fiori e Rispetti

L'Associazione ha varato un progetto di ricerca e recupero delle musiche dei Cuntruvadori del Duecento. Prima ancora che i canterini provenzali, dessero vita al volgare italiano. Evento dimostrato non solo dai cantori della Cappella Palatina e della Scuola Siciliana alla corte di Federico II di Svevia (dove i calabresi venivano definiti con la nazione di appartenenza quindi Siciliani), ma anche é soprattutto perché la nuova lingua italiana nasce dalla musica mozarabica e dalla calata dello zejel arabo. Una frequentazione tra cristiani calabresi e arabi siciliani così sviluppata nello Stretto di Messina che i pescatori delle due sponde avevano sviluppato una comune koiné :  lingue, codici e anche una moneta comune, il tarì arabo. Insieme a un cantastorie Piromalli e uno studioso e musicista Francesco Macrì abbiamo avviato le ricerche per la ricostruzione di Fiori e Rispetti, alla base della nascita del volgare italiano, tenendo perfino concerti durante festival e nelle scuole.